domenica 29 gennaio 2012

Silenzio

Ascolto la nuova melodia come una dolce danza di ricordi,
cercando di colmare la mia mente,
vuota,
gremita solo dei tuoi silenzi acuti.
Libero i miei sensi della loro volontà,
convergendo la mia attenzione alle note della musica, ora nostra,
sensuale,
misteriosa,
completa:
nel buio della notte pura, sul pavimento freddo,
cinta dall'aria intima e quasi asfissiante della stanza.
Carezzo le ferite nude con la mia lingua ruvida e assaporo il gusto di sale e di ferro,
ma il braccio è stanco e cade sul pavimento privo di alcuna voglia,
mentre le dita pesanti corrono e cercano distrazione.
Rievoco le ombre scure, ora sedute accanto a me che mi lusingano,
mi adorano e mi amano;
e io lusingo loro, lasciando che una piccola e affilata piuma delle loro ali baci la mia pelle.
Sento le ombre baciarmi e scivolare sul mio incarnato
che riflette la Luna lontana,
quella stessa Luna che mi aveva sorriso,
che mi aveva promesso amore
e che ora mi porge, melanconica, un manto di velluto rosso.
Ascolto la nuova melodia come una dolce danza di morte,
che di essa possiede solo il dolore.
Il dolore fisico.
Il dolore più sopportabile.

martedì 24 gennaio 2012

A te

Non c'è suono intorno a me
Gli spazi sono saturi di ombre
E le morbide e setose braccia del sonno
Cullano
E avvinghiano la mia coscienza assonnata.

E un profumo, il tuo profumo dolce
Il tuo profumo di miele
Mi risveglia i sensi,
Come se in tutto il tempo precedente fossi rimasta
Assopita
Nel sogno che ho vissuto accanto a te.

Ma è svanito, senza regalarmi il tuo aroma
Di lamponi,
Ed io lo cerco
Nei vestiti che ho addosso
Nell'aria che mi circonda
Ma è svanito, come un bacio fugace.

Non c'è suono intorno a me
Gli spazi si riempiono di luce
E rivivo nuovamente, nel ricordo del tuo profumo
Che attendo ancora.

lunedì 9 gennaio 2012

Monday Bloody Monday

Distante,
la notte scioglie i respiri della mia anima
che evapora, goccia dopo goccia, e si deposita
sul fiume dei ricordi che riporta le eco
dei tuoi rifiuti
come chiodi tonanti nella mia mente.
La mia pelle assapora la violenza di una lama
di ferro sottile,
lasciandosi stuprare da essa,
per poter godere di quel fluido rosso e vellutato
che promette piacere.
Guardo le mie mani illuminate di luna,
che si lasciavano baciare dal Sole,
dipingersi di buio per non ricordare, per non dover rispondere,
per dimenticare.
Rileggo,
bramosa,
parole sconosciute, piene di un senso
che in quel momento ho dimenticato
ma che diffondevano calore intenso
senza che me ne rendessi conto,
quasi come se fossero calde mani appoggiate morbidamente sul
ventre.
E quando finalmente una goccia cade,
mi abbandono al sonno.
Stremata.