mercoledì 20 giugno 2012

La strada di Swann

Cari lettori, mi scuso con chi era in attesa di leggere qualcosa ed è rimasto ad aspettare invano. Purtroppo sono stata impegnata con diversi progetti, uno dei quali è il mio nuovo blog che ho creato con la mia metà. In questo sito potrete trovare immagini scattate da noi durante le nostre brevi gite, potrete leggere i nostri pensieri e le nostre emozioni espresse a parole e potrete trovare molte altre cose, secondo noi, degne di nota. Presto provvederemo a tradurre i post anche in inglese, nel frattempo speriamo vi piaccia. :)
Un amore di Swann
La vostra,

Fool in the Rain

venerdì 13 aprile 2012

L'Edera, il Vento, la Bella.

La Bella è qui e non se n'è mai andata.

Gli astri roventi danzarono a lungo sullo scuro manto vellutato,
lasciando una scia di purpurea polvere soffice cadere blanda
sui suoi occhi chiusi e sulle sue labbra socchiuse; ogni piccolo granello
percorreva lento e deciso i lineamenti del suo volto, colorando le gote,
il collo, le spalle e, così, Lei si vestì di lustri splendenti e ad ogni
leggero soffio di Vento liberava nell'aria penetranti profumi
di lamponi e di pini.
La Bella correva nel prato umido di rugiada, quasi sollevata dal suolo,
innalzandosi agli stessi lumi che l'avevano premiata per adagiarsi
su morbide nuvole di delicato respiro e abbandonando la vita,
i sogni e il desiderio del Vento; ella andò via obliando l'amore,
sebbene l'Edera ricordi ancora il suo passo ammaliante.

La Bella è qui e non è mai arrivata.

L'Edera ormai aveva camminato a lungo per farsi cullare dal Vento,
sempre bramoso, sempre sognante,
facendosi spazio tra le crepe delle fragili mura innalzate dagli astri;
ella non ricordava più le rose rosse, non ricordava più le sottili nuvole,
non ricordava le dolci carezze del Vento che la prendeva con flebili
ma intensi baci.
Ricordava solo la Bella, attendendo sempre un suo ritorno.

domenica 29 gennaio 2012

Silenzio

Ascolto la nuova melodia come una dolce danza di ricordi,
cercando di colmare la mia mente,
vuota,
gremita solo dei tuoi silenzi acuti.
Libero i miei sensi della loro volontà,
convergendo la mia attenzione alle note della musica, ora nostra,
sensuale,
misteriosa,
completa:
nel buio della notte pura, sul pavimento freddo,
cinta dall'aria intima e quasi asfissiante della stanza.
Carezzo le ferite nude con la mia lingua ruvida e assaporo il gusto di sale e di ferro,
ma il braccio è stanco e cade sul pavimento privo di alcuna voglia,
mentre le dita pesanti corrono e cercano distrazione.
Rievoco le ombre scure, ora sedute accanto a me che mi lusingano,
mi adorano e mi amano;
e io lusingo loro, lasciando che una piccola e affilata piuma delle loro ali baci la mia pelle.
Sento le ombre baciarmi e scivolare sul mio incarnato
che riflette la Luna lontana,
quella stessa Luna che mi aveva sorriso,
che mi aveva promesso amore
e che ora mi porge, melanconica, un manto di velluto rosso.
Ascolto la nuova melodia come una dolce danza di morte,
che di essa possiede solo il dolore.
Il dolore fisico.
Il dolore più sopportabile.

martedì 24 gennaio 2012

A te

Non c'è suono intorno a me
Gli spazi sono saturi di ombre
E le morbide e setose braccia del sonno
Cullano
E avvinghiano la mia coscienza assonnata.

E un profumo, il tuo profumo dolce
Il tuo profumo di miele
Mi risveglia i sensi,
Come se in tutto il tempo precedente fossi rimasta
Assopita
Nel sogno che ho vissuto accanto a te.

Ma è svanito, senza regalarmi il tuo aroma
Di lamponi,
Ed io lo cerco
Nei vestiti che ho addosso
Nell'aria che mi circonda
Ma è svanito, come un bacio fugace.

Non c'è suono intorno a me
Gli spazi si riempiono di luce
E rivivo nuovamente, nel ricordo del tuo profumo
Che attendo ancora.

lunedì 9 gennaio 2012

Monday Bloody Monday

Distante,
la notte scioglie i respiri della mia anima
che evapora, goccia dopo goccia, e si deposita
sul fiume dei ricordi che riporta le eco
dei tuoi rifiuti
come chiodi tonanti nella mia mente.
La mia pelle assapora la violenza di una lama
di ferro sottile,
lasciandosi stuprare da essa,
per poter godere di quel fluido rosso e vellutato
che promette piacere.
Guardo le mie mani illuminate di luna,
che si lasciavano baciare dal Sole,
dipingersi di buio per non ricordare, per non dover rispondere,
per dimenticare.
Rileggo,
bramosa,
parole sconosciute, piene di un senso
che in quel momento ho dimenticato
ma che diffondevano calore intenso
senza che me ne rendessi conto,
quasi come se fossero calde mani appoggiate morbidamente sul
ventre.
E quando finalmente una goccia cade,
mi abbandono al sonno.
Stremata.

domenica 25 dicembre 2011

Momenti di attesa

Mentre guardavo i miei occhi allo specchio, questa notte,
ho notato che erano più verdi del solito, più verdi che azzurri:
morbide onde verdi che nuotano dolcemente in un calmo
mare azzurro; d'improvviso le piccole gocce che riempivano
l'aria, le stesse piccole gocce che ricoprivano lo specchio,
ora si diradavano come nuvole al vento, ora evaporavano
come acqua al sole.
D'improvviso riuscivo a guardarmi di nuovo.
Riuscivo a fissarmi tanto da poter cogliere i piccoli dettagli:
un neo o una lentiggine sulla spalla,
un movimento della bocca...
Potevo addirittura cogliere il movimento della luce che si spostava
insieme alle lacrime che cadevano giù dagli occhi,
che correvano lungo le guance calde e che abbandonavano il mio corpo
per lasciare spazio al dolore.
Quel dolore che entrava violentemente nel mio petto
e che pervadeva ogni cellula del mio corpo come onde di calore
che annebbiavano la mia mente e che mi lasciavano lì, immobile,
a fissarmi.