sabato 26 novembre 2011

Sempre Tu

Nella scura e dispersa notte, tra la folla ed il caos più solitari,
lampi assordanti di luci, provenienti da nessuna e da tutte le parti,
penetrano il mio sguardo lasciandomi abbagliata e confusa;
rumori tonanati di suoni dai diversi colori trafiggono il mio udito,
abbandonandomi sola, stordita e frastornata.
Sento il pavimento caldo dei fumi, della pioggia secca, del sudicio
sotto i miei piedi nudi e intanto mi avvolge un manto di aria fredda,
ispida che entra nella mia pelle, nei miei muscoli, nelle mie ossa,
congelandomi tutta.
Persa nel mio corpo intorpidito, nella mia coscienza appannata,
nella mia forza che scivola via, barcollo aggrappandomi
a quello che trovo: un lampione buio, una ringhiera viscida,
le mie spalle incurvate dal dolore.
Incrocio le persone davanti a me, dietro di me, e tra gli spintoni d'ira,
di fastidio, di nausea, sbatto a terra ma non ho la forza di rialzarmi
e mi arrendo alla confusione degli stimoli sensori di questa
solitudine del futuro.
Alzo solo lo sguardo e osservo i volti delle persone che frettolosamente
svaniscono fuggevoli dalla mia realtà, ma non vedo te, l'unico volto
che cerco tra la moltitudine di individui e che probabilmente
dorme tranquillo, avvolto dall'ovatta della sua indifferenza.

2 commenti:

  1. Notti irrequiete, piene di inquietudine.
    Se guarissimo da tutto questo potremmo sentirci dentro un film. Meglio la realtà. ;)

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  2. Anche se tutto questo duole, non rinuncerei mai alla realtà.

    Ciao Nero

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