giovedì 3 novembre 2011

So why you're gone?

Pochi e flebili raggi di luce si accingono ad entrare per dissolvere
le ombre della notte. Ma la stella è ancora bassa, l'aria è ancora blu
e mi avvolge nel suo freddo respiro.
Distesa sul letto, gli occhi si spalancano come in una nuova rinascita,
o in una nuova morte, e la mente mi sbatte in faccia e mi costringe a
guardare ancora quell'immagine cicatrizzata nella mia memoria:
 seppia e calma sensualità di chi non ha fatto niente, se non lasciare
un affetto ancora vivo che diviene il mio strazio.
Serro gli occhi, nella speranza di poter così estirpare quel mio tormento,
ma esso penetra e mi arde le membra e il fumo delle loro ceneri
mi impedisce di respirare.
Apro nuovamente gli occhi: ancora 5.
In un momento tutto finisce, tutto sparisce. Sto bene. E poi...
Come una mano, una forza si addentra nel mio ventre, afferra e
 violenta le mie viscere e il sangue arriva come un fiume in piena
 sino alla bocca. Assaporo il caldo liquore purpureo che sgorga dalle mie
labbra, dai miei occhi, fin che, in un sussulto, l'ebbrezza del sangue termina.
La mano afferra la mia anima, o il mio cuore, o qualunque cosa vi sia.
Si addentra nel mio petto e stringe e infligge con i suoi artigli gelati come lame.
La consapevolezza di non essere abbastanza...







                                                                                  Sei molto più che abbastanza

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